Il codice penale è una struttura di leggi scritte piuttosto complessa. Per chi lo studia o lo ha studiato è un argomento di difficile comprensione. Se non siete amanti del Diritto non fa per voi. Se cercate però qualche informazione in più per imparare a comprenderlo, continuate a leggere il nostro articolo di oggi.
Codice civile e codice penale
Abbiamo già parlato in un altro articolo del codice civile. Abbiamo visto quali sono le categorie di leggi che vi sono inserite e come vengono applicate ed interpretate. Oggi vediamo invece il codice penale, che va a regolare tutto ciò che concerne il diritto penale.
Questo tipo di diritto è un settore del diritto pubblico. Il suo obiettivo è quello di erogare le sanzioni penali a chi compie azioni che vengono definite reato secondo il nostro ordinamento giuridico.
Quindi, la legge penale concerne tutto ciò che è contenuto all’interno del codice penale. Essa non ha effetto retroattivo e quindi tramite essa possono essere puniti i reati commessi dopo l’entrata in vigore della legge.
Proibire e punire
Il codice penale punta a proibire e punire alcuni comportamenti per tutelare determinati valori. Se qualcuno in maniera più o meno cosciente lede questi valori viene punito con pene specifiche in base alla gravità del reato.
I reati si distinguono in illeciti penali, civili o amministrativi. A loro volta si distinguono in base al tipo di sanzione applicata. Ognuna di queste sanzioni viene redarguita in proporzione alla gravità del reato.
Chi non rispetta le regole del codice penale commette illeciti penali. Essi vengono distinti in delitti e contravvenzioni. I primi prevedono come pena l’ergastolo, la reclusione o la multa (spesso se il delitto si è consumato in maniera accidentale). Le contravvenzioni invece prevedono l’arresto o l’ammenda.
La storia del codice penale
Tutto inizia nel 1930. Il primo a mettere mano al codice penale fu il guardasigilli Alfredo Rocco. All’epoca egli si ritrovo anche a lavorare sul codice di procedura penale e la riforma dell’ordinamento penitenziario.
Grazie al lavoro svolto dall’ufficiale il codice viene anche detto “Codice Rocco”. Ufficialmente il codice entra in vigore durante il regime fascista, ma le sue riforme vennero con il tempo modificate e modellate in base ai tempi.
Mano mano, le leggi racchiuse nel codice si “addolcirono”: infatti, rispetto al periodo del regime mussoliniano le componenti divennero con il tempo meno “autoritarie”. Ad ogni modo in parte si deve all’ideologia dittatoriale la nascita di un codice di leggi atte a rendere illegali determinati comportamenti umani.
Struttura del codice
Vediamo adesso com’è strutturato il codice penale. Alla base del codice ci sono 3 libri, a loro volta organizzati in titoli, capi, sezioni, paragrafi e articoli.
Il primo libro è legato ai reati di genere. Il secondo ai delitti, mentre il terzo riguarda le contravvenzioni. Il contenuto di questi libri è da una prima analisi di difficile comprensione. Per questo chi studia diritto impara ogni legge del codice a memoria. L’interpretazione viene lasciata a chi esercita la professione.
Infatti, durante gli studi, chi si laurea in giurisprudenza dedica molto tempo allo studio del diritto penale. L’obiettivo è conoscere ogni parte del codice in maniera mnemonica. Capirne il senso senza contestualizzare sarebbe troppo complicato. Quando in un futuro l’avvocato si trova di fronte ad un reato da condannare (o proteggere) rilegge il codice identificando le leggi violate e le interpreta a suo favore per vincere la causa.