Lug 31, 2020
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Mary Shelley, la voce “oscura” della narrativa femminile inglese

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Mary Shelley, l’autrice di “Frankenstein“, è stata una scrittrice britannica di grande rilevanza nella letteratura inglese del primo Ottocento.

Moglie del celebre Percy Bysshe Shelley e contemporanea di Keats e Lord Byron, la Shelley era anche “figlia d’arte”. Sua madre Mary Wollstonecraft fu la fondatrice del femminismo inglese liberale, mentre il padre William Goodwin era un filosofo politico e autore di saggi.

Con “Frankenstein” Mary Shelley infrange un tabù che negava la creatività visionaria della donna scrittrice. All’epoca infatti la scrittura era considerata indecente per le dame dell’alta società.

Biografia di Mary Shelley

Mary Shelley nasce nel 1797 a Londra. La madre, l’attivista Mary Wollstonecraft, muore pochi giorni dopo la sua nascita e Mary viene cresciuta dal padre, il filosofo William Godwin, insieme alla sorellastra Fanny. Negli anni seguenti riceve un’educazione liberale. Giovanissima, entra in contatto con il mondo degli intellettuali inglesi; filosofi, poeti e scrittori.

Fra questi conosce il giovane poeta Percy Bysshe Shelley, di cui si innamora perdutamente. La loro relazione viene dapprima tenuta segreta poiché Shelley aveva già contratto in precedenza matrimonio con una donna di nome Harriet Westbrook. Per sfuggire allo scandalo e non sollevare l’opinione comune, i due artisti decidono di lasciare l’Inghilterra e si ritirano in Francia.

Mary Shelley

Un ritratto dell’autrice Mary Shelley

Costretti a rifugiare nuovamente in patria, ufficializzano la loro unione dopo il suicidio della prima moglie di Shelley. Dei quattro figli, soltanto l’ultimo, Percy Florence, raggiunge l’età adulta.

Nel 1816 gli Shelley insieme a Byron, Claire Clarmont (sorellastra di Mary) e al poeta John William Polidori viaggiano in Europa e in Svizzera. E’ qui che l’autrice crea il suo romanzo più celebre, un caposaldo della letteratura inglese; “Frankenstein”. Sempre in Europa Percy Shelley muore in circostanze drammatiche, annegando al largo delle coste Liguri.

Mary Shelley torna quindi in patria dove prosegue la sua carriera di scrittrice. Nonostante le aspre critiche della società, la sua voce narrativa si distingue da quelle dei contemporanei. A tutt’oggi è considerata una delle autrici più influenti della letteratura del primo Ottocento.

La storia di “Frankenstein; o il moderno Prometeo”

Nei ghiacci del polo l’esploratore Robert Walton recupera un naufrago ferito; è il dottor Victor Frankenstein, scienziato svizzero che gli racconta la sua storia.

Segnato profondamente dalla morte della madre, Frankenstein da ragazzo coltiva l’idea di creare una “nuova razza” di superuomini dalla forza sovrumana, immortali e immuni alla malattia. All’Università di Ingolstadt studia medicina e filosofia naturale, poi si insinua nei cimiteri per studiare il processo di decomposizione dei corpi. Successivamente trafuga parti di cadaveri per creare il suo “capolavoro”.

Il mostro di Frankenstein

La creatura di Frankenstein nella versione cinematografica (Boris Karloff)

La creatura prende vita, ma ha sembianze mostruose e Frankenstein, terrorizzato, la scaccia. Torna quindi a Ginevra, dove tenta invano di dimenticare l’accaduto. Il mostro però è sulle sue tracce, uccide suo fratello minore e fa ricadere la colpa del delitto sulla governante Justine. Frankenstein decide così di dare la caccia alla sua creatura per distruggerla, liberando il mondo dal male che lui stesso ha scatenato.

Durante un drammatico incontro con il mostro, lo scienziato scopre che la creatura ha imparato a leggere e a parlare, ma che si sente esclusa dall’umanità. Ordina quindi a Frankenstein di costruirgli una compagna  per non trascorrere la vita in solitudine. Lo scienziato in un primo tempo accetta, ma poi viene sopraffatto dall’orrore e distrugge il mostro femmina. La creatura giura di vendicarsi e perseguita Frankenstein e la sua sposa Elizabeth, riuscendo finalmente a uccidere quest’ultima.

Adesso né il creatore né il mostro hanno più alcun legame che li trattenga. Ha inizio così una caccia disperata e folle che si protrae per anni, portando il protagonista alla pazzia. Nel finale del romanzo, Frankenstein muore, pochi istanti prima che la creatura riesca a salire a sua volta sulla nave di Walton. Scoperto il cadavere del suo creatore, il mostro decide di restare per sempre fra i ghiacci e lasciarsi morire di fame.

La genesi di Frankenstein

Mary Shelley pubblica per la prima volta “Frankenstein” nel 1818. Il romanzo si fa subito notare in quanto il registro gotico e tenebroso non è molto diffuso nella letteratura femminile, considerata ancora come un genere inferiore.

Il libro inizia come una storia epistolare (genere all’epoca molto diffuso in Inghilterra). Successivamente al ritrovamento di Frankenstein da parte del capitano Walton, è la viva voce di Frankenstein a farsi narratore della vicenda. Lo stile cambia drasticamente passando al memoir avventuroso, lo stesso usato da Swift ne “I viaggi di Gulliver” o da Defoe in “Robinson Crusoe“. Successivamente subentra un secondo narratore in prima persona, ovvero il mostro stesso.

Il manoscritto di Mary Shelley

Il manoscritto originale di Frankenstein

Nel 1931 Mary Shelley riscrive alcune parti del romanzo e lo ripubblica in una seconda versione che è a tutt’oggi quella più conosciuta. Tuttavia è ancora possibile trovare edizioni che riportano stralci delle differenze con la prima edizione del 1818.

Il sottotitolo “Il moderno Prometeo” fa riferimento all’eroe mitologico che sfidò gli dei per portare il fuoco agli esseri umani. Questa ribellione all’ordine naturale della vita è espressa sia nel personaggio di Victor Frankenstein (che vuole sfidare perfino la morte), sia nel mostro (che vuole vivere come un essere libero a dispetto delle sue origini terrificanti).

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Letteratura

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