Abbiamo parlato di elisione e apostrofo. Oggi, invece, parliamo del troncamento. Anch’esso si verifica quando una parola che termina con una vocale è seguita da un’altra parola che inizia con una vocale, ma anche con una consonante. Ma in questo caso essa non vuole l’apostrofo. Vediamo insieme tutti i casi.
Troncamento: definizione
“Il troncamento è la soppressione di una vocale, di una consonante o di una sillabe alla fine di una parola” – Treccani.
Il troncamento non vuole l’apostrofo, a differenza dell’elisione, se non in alcuni casi particolari. Ci sono casi particolari in cui il troncamento è facoltativo, anche se la parola successiva inizia con una consonante, anziché con una vocale.
Quando si usa il troncamento
Ecco tutti i casi nei quali si usa il troncamento:
- Con l’articolo uno (un piatto, un cane).
- Con gli aggettivi derivanti da uno (nessuno, ciascuno, qualcuno, alcuno) seguiti da una parola che inizia con vocale o consonante (nessun problema, qualcun altro).
- Con gli aggettivi maschili bello, santo e buono riferiti a nomi che iniziano con consonante e preceduti dagli articoli il e un (un buon giorno, il San Raffaele).
- Con Santo e Frate seguiti da un nome proprio che inizia con consonante (San Daniele, Fra Cristoforo).
- Con Signore, Professore, Ingegnere, Suora, Dottore seguiti da un nome proprio che inizia con vocale o con consonante (Suor Alessandra, Dottor Rossi, Ingegner Verdi, Professor Bianchi, Signor Giacomo).
- Con tale e quale (tal altro, qual era).
- Con le locuzioni in fin dei conti, amor proprio, timor di Dio, ben fatto, furor di popolo.
…e quando non si usa
Facciamo, invece, attenzione perché il troncamento non si usa in questi casi:
- Con le parole al plurale (quelle emozioni, buoni amici).
- Con le parole che iniziano con x, s, z, y, gn, pn, ps, sp (uno zio, uno xilofono, uno zoccolo, uno yeti, uno gnomo, uno pneumatico, uno psicologo, uno spazzino).
Quando è facoltativo il troncamento
Il troncamento è facoltativo in alcuni casi. Ciò vuol dire che sono corrette entrambe le forme. È il caso di:
- Grande giorno, gran giorno.
- Un poco di pane, un po’ di pane.
- Spesso si usa il troncamento nei composti di due aggettivi, o aggettivo più sostantivo, se il primo dei due termina in re o le (elettoral-politico, struttural-funzionalismo, popolar-televisivo).
Quando vuole l’apostrofo
Di regola il troncamento, a differenza dell’elisione, non vuole l’apostrofo. Ma ci sono alcuni casi particolare nei quali l’apostrofo è richiesto. Questi sono:
- Le forme po’ (poco), a mo’ di (alla maniera di): un po’ di pane, a mo’ di esempio.
- Con la seconda persona singolare presente, nell’imperativo dei verbi andare, dire, fare, dare, stare (va’, da’, di’, fa’, sta’).
- In alcune interiezioni: be’ (bene), to’ (togli).
L’apocope
L’apocope è proprio quel particolare tipo di troncamento che vuole l’apostrofo e ciò accade nei casi sopraindicati. Esso si verifica indipendentemente se la parola successiva inizia con vocale o con consonante.
Inoltre, l’unico troncamento irregolare che utilizza l’accento anziché l’apostrofo è quello che avviene con la parola piede, che diventa piè (a piè di pagina).