L’età della pietra si divide in tre periodi: paleolitico, mesolitico e neolitico. Mentre il paleolitico fu un periodo più lungo, il mesolitico e il neolitico furono sostanzialmente più brevi, ma molto importanti per l’evoluzione dell’essere umano.
Il mesolitico
Il mesolitico è considerato solamente un periodo di transazione tra il lungo periodo del paleolitico e il grande cambiamento avvenuto nel neolitico.
Questo periodo va dalla fine dell’ultima glaciazione, 11.500 anni fa circa, a circa 8.000 anni fa.
Si tratta di un periodo caratterizzato principalmente dal cambiamento di clima. I ghiacciai si ritirano e tutta l’Europa è caratterizzata da un clima temperato e da un graduale innalzamento del livello del mare.
Il paesaggio cambiò drasticamente: si svilupparono nuove specie di piante, i continenti si ricoprirono di foreste, si diffusero alberi, cereali e legumi.
Il neolitico
Il neolitico è un periodo di grande cambiamento e va da 8.000 anni fa circa a 4.000 anni fa circa. Questo periodo viene definito l’età della pietra nuova.
Questo periodo è caratterizzato da grandi innovazioni e cambiamenti, primo fra tutti l’introduzione della litotecnica.
Un’altra grande rivoluzione è data dall’agricoltura e dall’allevamento. Gli uomini passarono dall’essere raccoglitori e cacciatori all’essere coltivatori e allevatori. Ciò portò a un ulteriore cambiamento: gli esseri umani passarono dall’essere nomadi all’essere sedentari.
Agricoltura e allevamento
L’agricoltura e l’allevamento si diffusero in tutti gli insediamenti umani, a partire dalle zone fertili del Medio Oriente, in Mesopotamia. Più lentamente si diffusero anche in Europa, Asia e America.
I prodotti coltivati erano i cereali, come grano e frumento, i legumi, come fave e lenticchie, le fibre tessili, come cotone e lino.
I primi animali allevati, invece, furono capre e pecore, seguite da maiali e mucche.
Il villaggio nel neolitico
Con il passaggio dalla vita nomade a quella stabile e con la nascita dell’agricoltura e dell’allevamento, gli esseri umani iniziarono a raggrupparsi in villaggi.
I primi villaggi sorsero dove la terra era fertile e dove c’era molta acqua, in modo da poter irrigare i campi e dare da bere e da mangiare agli animali.
I villaggi sorgevano sulle rive di laghi e fiumi ed erano circondati da palizzate in legno, per difendersi dagli animali selvaggi e dagli eventuali attacchi delle altre tribù.
Le capanne erano abbastanza grandi e spaziose, in modo da poter ospitare fino a 10 persone, ed erano fatte di paglia e fango.
Le tribù erano come una grande famiglia e le decisioni venivano prese dai capi, i quali erano solitamente le persone più anziane. Ognuno aveva il suo compito nel villaggio.
Artigianato
La vita nel villaggio era più semplice e alcuni uomini potevano dedicarsi ad altre attività che non fossero il procurarsi del cibo.
Nacque quindi l’artigianato. Alcuni uomini del villaggio si specializzarono nell’intrecciare cesti, nel fabbricare armi e utensili e nel modellare l’argilla.
Nacque anche la tessitura, giacché gli uomini impararono a intrecciare le fibre per realizzare indumenti. Le fibre utilizzate erano il lino e la canapa. Gli uomini impararono anche a realizzare i tessuti utilizzando la lana delle pecore e delle capre.
Il commercio nel neolitico
Ognuno al villaggio aveva il suo compito, c’era chi si dedicava all’agricoltura e all’allevamento e chi all’artigianato. C’erano ancora cacciatori, raccoglitori e pescatori, che si procuravano cibo al di fuori del villaggio e lo riportavano alla tribù.
In questo contesto si sviluppò una prima forma di commercio: il baratto. Inizialmente gli scambi avvenivano solamente tra i membri della stessa tribù, ma successivamente esso si espanse anche ai villaggi vicini.
Nacque così anche una nuova figura: il mercante, il cui compito era portare la merce ai villaggi vicini e barattare con loro.