Gli Stati Fondatori dell’Unione Europea sono coloro che hanno voluto la Comunità Europea e che si sono impegnati per realizzarla. Sono sei: Germania, Francia, Italia, Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi.
Ognuno di essi ha dato un enorme contributo per realizzare ciò che abbiamo oggi.
L’Italia e il Manifesto di Ventotene
L’Italia è stata tra i primi a sognare un Europa unita. E lo ha fatto non nel periodo migliore. Infatti, mentre un gruppo di intellettuali già sognavano una comunità europea, il paese era ancora sotto il controllo fascista. Esso stesso era diviso al suo interno, combattuto e distrutto.
Altiero Spinelli, in esilio sull’isola di Ventotene, insieme a Ernesto Rossi, scrive quello che diventerà il testo che getterà le basi della comunità europea e che verrà ricordato come il Manifesto di Ventotene: “Per un’Europa libera e unita. Progetto d’un manifesto”. È il 1941.
La Francia e la Dichiarazione di Schuman
Un altro messaggio di unità arriva dalla Francia, qualche anno dopo. È il 9 maggio del 1950 quando l’allora ministro degli esteri francese, Robert Schuman, presenta la prima proposta di Comunità Europea.
L’intenzione di Schuman è che le nazioni che faranno parte della comunità non penseranno mai più di combattersi e attaccarsi a vicenda. Un messaggio di pace e speranza.
L’anno successivo la Dichiarazione di Schuman diventa realtà e nasce la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio, alla quale aderiscono Francia, Italia, Germania, Lussemburgo, Belgio e Paesi Bassi.
Sono i sei Stati Fondatori che hanno gettato le basi dell’Unione Europea e che ancora oggi trainano tutti gli Stati membri. I sei Stati Fondatori vengono spesso ricordati semplicemente come “I Sei”.
Associazione europea di libero scambio e Stati Fondatori
Tuttavia, mentre da una parte nasceva la CECA, dall’altra si stava formando un diverso organo europeo, che ebbe, però, vita breve. Era l’Associazione europea di libero scambio.
Gli stati che aderirono alla seconda associazione europea non avevano intenzione di diventare una vera comunità, ma solamente di facilitare la circolazione di beni. Per lo meno quella era l’intenzione iniziale, perché successivamente alcuni di essi si unirono all’Unione Europea. Erano l’Austria, la Danimarca, la Norvegia, il Portogallo, la Svezia, la Svizzera e il Regno Unito.
Stati fondatori e Padri Fondatori
È bene ricordare anche i Padri Fondatori, alcuni dei quali li abbiamo già menzionati prima. Essi sono un gruppo eterogeneo di politici, intellettuali, pensatori, uomini, facenti parte di quelli che sono gli Stati Fondatori.
Sono uomini mossi da ideali comuni, di pace e stabilità. Senza il loro impegno oggi non avremmo l’Unione Europea.
Erano parte della resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale, Politici, intellettuali, avvocati. Sono molti di più, ma oggi ne ricordiamo 7 in particolare, il cui impegno è stato fondamentale.
Konrad Adenauer, primo Cancelliere della Repubblica Federale di Germania. Rimase alla guida della Germania dell’Ovest e più di chiunque altro cambiò il volto del paese dopo la Seconda Guerra Mondiale, riuscendo a conquistare la fiducia dell’Europa.
Joseph Bech fu un politico del Lussemburgo che capì quanto impotente un piccolo Stato come il suo fosse e fu in grado di trainare l’intero paese.
Winston Churchill, politico inglese, guardava con ammirazione agli Stati Uniti d’America e fu tra i primi a capire l’esigenza e a proporre la formazione degli Stati Uniti d’Europa.
Alcide De Gasperi, guidò l’Italia nel difficile periodo del dopo fascismo e fu tra i primi a volere la Comunità Europea.
Sicco Mansholt era solo un agricoltore, ma durante la guerra guidò la resistenza olandese. Fu lui a proporre il primo abbozzo di comunità: la politica agricola europea.
E, ovviamente, Robert Schuman e Altiero Spinelli, dei quali abbiamo già parlato.